Malattie cardiovascolari – quali sono e come affrontarle

Le malattie cardiovascolari rappresentano probabilmente tra i più importanti, nonché temuti, problemi di salute nel mondo. Questo genere di patologia produce un notevole effetto sulle condizioni della vita di chi le affronta, familiari compresi, e anche sull’utilizzo delle risorse sanitarie.

Ogni anno, in Italia, ci sono circa 235.000 vittime di questa malattia, che rappresenta così la prima causa di morte della nostra popolazione. A tal proposito, l’Istat (Istituto nazionale di statistica) ha condotto uno studio dal quale poter evincere chiaramente le principali cause di morte in Italia.

Ai primi tre posti, ci sono rispettivamente le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e altre malattie del cuore (rappresentative del 29,5% di tutti i decessi). Gli evidenti progressi nel settore della chirurgia vascolare e gli sviluppi della sanità digitale, hanno permesso un evidente miglioramento nelle cure con un conseguente calo, all’incirca del 38%, del numero di persone morte negli ultimi anni per questo motivo. 

Affrontare una malattia non è mai semplice, quindi, anche in questo caso, sarebbe appropriato condurre uno stile di vita che permetta di limitare i danni qualora si presentasse una patologia cardiovascolare. Vediamo quindi in cosa consistono le patologie cardiovascolari, quali sono le più comuni e in che modo poterle prevenire.

Quali sono le malattie cardiovascolari

Con il termine malattie cardiovascolari, si fa riferimento ad un processo che riguarda il sistema arterioso. In pratica, le arterie si restringono in maniera continua e graduale finché il passaggio non diviene completamente ostruito. 

Dal punto di vista meramente clinico, lo sviluppo di questo processo è sempre il medesimo, indipendentemente dal distretto arterioso interessato. Variano solamente la forma in cui si presenta e il modo in cui risulta visibile. 

Le insufficienze cardiache derivano da un mancato provvedimento del giusto quantitativo di sangue richiesto dall’organismo. Tutto ciò, non permette agli organi periferici di ricevere ossigeno a sufficienza e, di conseguenza, non sono in grado di svolgere le loro funzioni con la consueta semplicità. 

Inoltre, nelle circostanze in cui il sangue non riesce ad affluire correttamente ai tessuti del corpo, si avverte una sensazione di esaurimento fisico simile a quella provata dopo una fatica eccessiva. Questo accade perché viene ridotta la capacità di eliminare autonomamente i liquidi in eccesso, che a loro volta causano la formazione di edemi.

Tra le più comuni troviamo:

  • L’angina pectoris. Avviene quando, temporaneamente, il cuore non riceve il necessario apporto di sangue e, di conseguenza, il tessuto cardiaco si ritrova senza l’ossigeno di cui ha bisogno.
  • L’infarto del miocardio è dovuto ad una improvvisa interruzione del flusso di sangue diretto ad un’arteria coronaria. È indotto dalla presenza di un coagulo e può portare alla necrosi del miocardio.
  • Lo scompenso cardiaco. Non è altro che l’incapacità del cuore di produrre il sangue di cui l’organismo necessita, il che porta ad un accumulo di liquidi negli organi.
  • L’ictus cerebrale è causato da un mancato apporto di sangue verso il cervello. È dovuto all’ostruzione, nel caso di un’ischemia, o alla rottura definitiva, trattasi di emorragia, di un’arteria.
  • Insufficienza renale. Avviene quando i reni non riescono più a svolgere al meglio i loro compiti cioè filtrare il sangue, ripulirlo e mantenere l’equilibrio idrosalino del nostro organismo. 
  • Malattia vascolare periferica, una patologia che occlude le arterie di aree esterne a cuore e cervello. Solitamente coinvolge gli arti inferiori. Anche questa è dovuta da una riduzione di sangue, e quindi di ossigeno.

Come prevenire le malattie cardiovascolari

Conoscere i fattori che contribuiscono all’insorgere di problemi cardiovascolari, è un ottimo modo per assumersi le proprie responsabilità. Infatti se è vero che età e genetica hanno un’assoluta rilevanza nello sviluppo di questa patologia, è anche vero che sono due ragioni meno determinanti di quanto si pensi abitualmente. 

Non mantenere uno stile di vita sano, non curare la propria alimentazione e non attribuire la dovuta importanza all’attività fisica, aumenta consequenzialmente la possibilità di dover affrontare una malattia cardiovascolare. 

Stile di vita sano

Il vizio del fumo

2 Sigarette al giorno ed il rischio di infarto del miocardio aumenta del 50% in più rispetto ai non fumatori. 

Nel mondo, ogni anno, circa 890.000 persone muoiono a causa del fumo passivo

Solamente questi dati dovrebbero spingere la stragrande maggioranza della popolazione a smettere di fumare. Nonostante vengano proposte ed effettuate delle iniziative interessanti, come la giornata mondiale senza tabacco, il fumo resta stabilmente al secondo posto, dopo l’età, nelle cause scatenanti di patologie cardiovascolari. 

Eppure 1 Persona su 5 in italia appartiene alla categoria dei fumatori. Tra l’altro la maggior parte inizia ad un’età in cui si è troppo giovani per comprendere realmente quanti problemi possa causare questo vizio. Successivamente, però, si commette un altro errore parimenti grave: non smettere per timore che ormai sia troppo tardi.

In realtà, un solo anno dopo aver smesso di fumare, le probabilità di problemi cardiovascolari si dimezzano. Inoltre, dopo circa dieci anni, gli effetti negativi causati al nostro organismo vengono quasi del tutto annullati. 

Stress eccessivo

Nei periodi di maggiore stress, bisognerebbe fare tutto il possibile per evitare di prendere delle decisioni importanti. In quei particolari momenti, è facile fare delle scelte avventate, dettate dalle sensazioni negative che si avvertono. Perciò si possono commettere degli errori che influiscano negativamente sulla salute. 

Lo stress, non solo altera il sistema nervoso, ma anche quello circolatorio, modificando il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa. Talvolta, un’eccessiva tensione emotiva può aumentare in modo innaturale il rilascio di insulina e indebolire il sistema immunitario.

Molto spesso si entra in una fase di stress subito dopo aver ricevuto una diagnosi. Non bisogna assolutamente prenderla alla leggera. Sarebbe opportuno provare ad organizzare diversamente le proprie giornate e magari lasciarsi del tempo libero per poter provare a dedicarsi a delle attività rilassanti.

Alimentazione ben curata

Colesterolo, glicemia, pressione arteriosa e trigliceridi alti hanno in comune tra loro una mancata attenzione nei confronti dell’alimentazione. In più sono tutti dei motivi validi che possono favorire un problema di natura cardiovascolare. 

Sale, grassi e cereali

Ad esempio, la quantità di sale che integriamo ha una relazione diretta con la pressione arteriosa. Quindi è fondamentale dosarlo con molta attenzione. Sarebbe bene analizzare le etichette dei cibi preconfezionati che acquistiamo perché, molto spesso, hanno una quantità di sale eccessiva. L’uso di spezie può diminuire notevolmente il consumo di sale e favorire la salute dell’apparato cardiocircolatorio.

Per riuscire a mantenere costanti i livelli di colesterolo nel sangue, bisogna limitare il consumo dei grassi saturi. Perciò sarebbe bene mangiare carne una o massimo due volte a settimana. Inoltre anche i grassi trans, contenuti perlopiù all’interno degli snack, producono lo stesso effetto.

Anche tra i carboidrati che mangiamo dobbiamo fare delle scelte. Ogni giorno dovremmo consumare almeno una porzione di pasta, riso o pane. Decidere però di assumere cereali integrali al posto di quelli raffinati può fare la differenza. Le fibre contenute in questa tipologia di alimenti, diminuiscono sostanzialmente il rischio di infarto al miocardio.

Frutta, verdura, pesce e legumi

Aumentare le porzioni di frutta e verdura, fino ad assicurare al nostro organismo il giusto tasso di vitamine, ci permette di migliorare il funzionamento del sistema arterioso. Infatti, oltre a diminuire la pressione, questi alimenti sono in grado di prevenire l’ossidazione dei grassi nella parete dei vasi arteriosi.

Gli omega 3, le vitamine A e D, le proteine, il calcio, il fosforo e i sali minerali, contenuti principalmente all’interno del pesce azzurro, contrastano l’ipertensione e l’aumento di trigliceridi nel sangue. Perciò sarebbe bene consumarlo circa 3 volte a settimana.

D’altro canto, le vitamine B e C, le fibre, i carboidrati e le proteine contenute all’interno dei legumi, sono molto importanti per un’alimentazione varia e, allo stesso tempo, sana. Il loro basso apporto di grassi regola il colesterolo e il valore della concentrazione di glucosio nel sangue, quindi sarebbe bene consumarli un paio di volte a settimana.

Attività fisica

Soli 30 minuti di camminata ogni giorno permettono di mantenere sotto controllo colesterolo e trigliceridi, bruciare i grassi in eccesso, perdere peso, tenere sotto controllo la pressione arteriosa e beneficiare di molti altri vantaggi.

Ovviamente non è qualcosa di imprescindibile. Il problema sorge quando si svolge una vita sedentaria che potrebbe essere dovuta al tipo di lavoro che si svolge oppure a delle abitudini sbagliate. Senza dubbio l’attività fisica ha innumerevoli vantaggi. Quindi, in qualsiasi circostanza, non può che far bene.

Tuttavia, è sicuramente molto importante che ci sia la giusta costanza nel mantenere il proprio organismo in movimento. Altrimenti si proverebbe il doppio della fatica e al contempo non si riuscirebbe ad ottenere i risultati sperati. 

Affrontare correttamente una malattia cardiovascolare

È sempre molto difficile riprendersi dopo aver ricevuto una diagnosi in questo tipo di patologie. Il rischio è quello di demoralizzarsi o non sentirsi all’altezza di affrontare la situazione nel modo corretto. In alcune circostanze, non basta cambiare lo stile di vita per riuscire a controllare i propri valori. 

Ci sono casi specifici, come questo, in cui bisogna affidarsi completamente alla terapia che viene prescritta e ricorrere ai farmaci con la giusta regolarità. In più, bisogna avere fiducia nella sanità digitale che permette di tenersi informati sulle proprie condizioni. È vero che, per il momento, la condivisione reciproca dei dati è sottovaluta però può senz’altro migliorare l’esperienza dei pazienti.

In alcuni casi, gli operatori sanitari raccomandano ai pazienti di utilizzare delle tecnologie di sanità digitale per tenere traccia dei propri dati, ma raramente questi dati vengono condivisi correttamente. 

Ad esempio, attraverso uno studio sull’indice di salute condotto dalla Philips, si evince che solo una bassa percentuale degli operatori sanitari, circa i due quinti, consigliano ai loro pazienti di tenere traccia, tramite piattaforme web o applicazioni di sanità digitale, dei seguenti tre indicatori:

44% pressione sanguigna
42% attività fisica
39% peso

I dati sono ancor più limitanti se analizziamo che sono davvero pochissimi, circa un decimo, i pazienti che hanno effettivamente condiviso i loro dati sanitari avvalendosi di strumenti per la sanità digitale. Per l’esattezza:

15% Quando ci si riferisce a una preoccupazione specifica
11% Quando incontrano un professionista sanitario
9% Durante una visita

Forum per sostenere chi soffre di malattie cardiovascolari

I pazienti che si trovano alle prese con queste malattie, non hanno bisogno solo di cure mediche ma anche di un supporto costante basato su fiducia, rispetto e condivisione di esperienze. CardioItalia è nato proprio per questo scopo: affrontare dubbi ed emozioni tramite l’aiuto di associazioni e professionisti sanitari.

All’interno di questo ecosistema, i pazienti sono accompagnati durante il loro percorso di cura. Mentre loro sono identificati attraverso un nickname, affinché venga tutelata la privacy, i professionisti dispongono di un profilo personale dettagliato e possono essere contattati, all’interno del network, con semplicità. 

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